Molto tempo fa il culto, la ricerca dello Spirito era molto più presente nella vita quotidiana dell’uomo. Nell’antichità molta parte del proprio tempo veniva dedicata all’evoluzione della spiritualità, sia individuale sia di comunità. La nascita della spiritualità – o meglio della coscienza dello spirito – risale all’uomo di Neanderthal, 130.000/30.000 anni fa. Questi infatti fu il primo a sentire la necessità del culto dei morti con la sepoltura e l’ornamento delle tombe con fiori e oggetti cari al defunto.
Ma cos’è lo Spirito? La complessità di tale domanda si capisce già da come gli antichi egizi classificassero lo spirito. Essi lo dividevano in sette parti: Khu (spirito), Ba (anima), Ka (il doppio), Sekhem (potere), Ab (sentimenti), Khaibit (l’ombra), Ren (nome), Khat (corpo fisico). Ognuna di queste parti ha un significato particolare che per questioni di spazio e di tempo non è opportuno ora affrontare; voglio solo specificare il significato del Ka perché è forse il più difficile da capire. Il Ka nel mondo fisico è in grado di conservare i ricordi e i sentimenti della vita terrena.
G. B. A.
Per maggiori informazioni: Rivista Iside (O.M.T.I.)