La postmodernità ha portato con sé lentamente – ma inarrestabilmente – l’ingresso delle donne in Loggia, segno ulteriore dell’emancipazione femminile, che dirocca uno degli ultimi bastioni di riserva maschile, visto sotto un profilo sociologico; maggiore maturità acquisita da una seria e proficua ricerca iniziatica, che aveva sinora rimosso o negato tale necessità, che si traduceva in una omissione di dovere che rendeva incompiuto il proprio cammino di perfezionamento.
Non ci illudiamo: restano forti alcune resistenze dovute, da un lato, a motivazioni squisitamente politiche; dall’altro invece a discutibili interpretazioni della tradizione, sfornite di solide basi sia storiche che iniziatiche. Così si constata che chi proclama a gran voce l’inibizione della Tradizione, nascondendo la motivazione politica, è poi costretto ad adottare un surrogato d’oltreoceano.
Credo che ormai attualmente l’esclusione delle donne sia diventata una debolezza, un arcaismo, una fissazione nevrotica. L’ingresso della donna in Loggia può avere attualmente una duplice direzione: la Loggia monogenere femminile o la Loggia mista.