Il cammino latomistico del silenzio ne ha fatto un culto e un regola: non si può parlare finché non si è autorizzati a farlo e non si può parlare senza che la parola ci venga concessa. Perché è così importante?
Il silenzio inquieta in un mondo, come quello attuale, sempre più pervaso da continui rumori, da fiumi di parole che scorrono senza sosta e che ci bombardano senza darci la possibilità di viverlo in raccoglimento e riflessione, attitudini che producono la beatitudine e la gioia dell’anima.
È con il silenzio che si favorisce l’ascolto e, per ben ascoltare, occorre tacere. Ergo: Il silenzio è tacere per ascoltare. Perché i nostri orecchi possano percepire il silenzio, bisogna far tacere l’irrequietezza e la turbolenza dei pensieri, bisogna far placare le vivaci pulsioni dell’anima, bisogna far acquietare il fastidioso rumore dei metalli della vita quotidiana, così come accade nelle notti d’estate quando l’oscurità interrompe il continuo e instancabile frinire dei grilli e delle cicale.